INCUBO (un brevissimo racconto del terrore)


Voci...

 


Le pareti dell'antica casa scricchiolavano come ossa rotte sotto il peso dell'oscurità. Una cupa atmosfera avvolgeva ogni angolo, mentre l'odore di muffa e di vecchio penetrava nelle narici di chiunque osasse avventurarsi al suo interno.

Amelia si trovava sola in quella dimora dall'aspetto sinistro, attratta da una misteriosa leggenda che circondava la proprietà. Si diceva che fosse abitata da uno spirito malvagio, un'anima tormentata che vagava tra le ombre, in cerca di vendetta per un'antica ingiustizia.


Mentre esplorava la casa, Amelia sentiva uno sguardo freddo posarsi sulla sua pelle, come se gli occhi invisibili dell'entità maligna la scrutassero da qualche parte nell'ombra. I passi echeggiavano lungo i corridoi desolati, il suono lugubre si mescolava al sibilo del vento che penetrava dalle finestre rotte.

Ad un tratto, una figura pallida apparve davanti a lei, con occhi senza vita che la fissavano con una malvagità palpabile. Il terrore avvolse Amelia come una morsa gelida, mentre tentava di fuggire da quella presenza spettrale.

Ma ovunque si girasse, le pareti sembravano chiudersi su di lei, intrappolandola in un labirinto di terrore e disperazione. La voce dell'entità risuonava nelle sue orecchie, sussurrando oscure minacce e promesse di eterna sofferenza.

Nel buio, Amelia sentì una mano fredda stringerle il cuore, mentre l'orrore la avvolgeva come un mantello oscuro. Non c'era via di fuga, nessuna speranza di salvezza. Nella casa maledetta, il male regnava sovrano, pronto a consumare ogni anima coraggiosa abbastanza folle da osare sfidare il suo potere.

E così, nell'oscurità senza fine, il grido di Amelia si perse tra le urla dei dannati, condannata a vagare per l'eternità nel regno degli orrori senza nome.

(anonimo)

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