"Qual è la verità?"
Il concetto di "sospensione dell'incredulità" è una teoria narrativa introdotta dal poeta e filosofo inglese Samuel Taylor Coleridge nel XIX secolo. Si riferisce alla disposizione mentale dello spettatore o del lettore di sospendere temporaneamente il proprio giudizio critico o scetticismo nei confronti degli eventi o delle situazioni presentate in una narrazione, accettando temporaneamente come plausibili cose che potrebbero altrimenti sembrare improbabili o irrealistiche.
Nel contesto di un romanzo, la sospensione dell'incredulità si verifica quando il lettore è disposto a credere a ciò che gli viene raccontato, nonostante possa essere fantastico, improbabile o irrealistico. Questo permette al lettore di immergersi completamente nella storia e di godere dell'esperienza narrativa senza essere costantemente interrotto dal proprio senso di incredulità.
In sostanza, la sospensione dell'incredulità è ciò che consente al lettore di accettare momentaneamente il mondo immaginario creato dall'autore come reale e di godersi la storia senza essere disturbato da dubbi sulla sua verosimiglianza. È un aspetto fondamentale della fruizione di opere di finzione, poiché consente al lettore di fare esperienza di mondi immaginari e di connettersi emotivamente con i personaggi e gli eventi della storia.
Ecco tre esempi di come la sospensione dell'incredulità potrebbe essere compromessa in un romanzo:
Inconsistenze interne alla trama: Se un romanzo presenta contraddizioni o incongruenze all'interno della sua trama, come personaggi che cambiano improvvisamente personalità senza una spiegazione adeguata o eventi che non seguono una logica interna coerente, i lettori potrebbero avere difficoltà a sospendere l'incredulità. Ad esempio, se un personaggio sopravvive a situazioni estremamente pericolose senza alcuna giustificazione plausibile, potrebbe risultare difficile per i lettori credere alla credibilità della storia.
Violazione delle leggi del mondo reale: Se un romanzo presenta eventi o situazioni che violano in modo evidente le leggi scientifiche o fisiche del mondo reale senza una spiegazione convincente all'interno del contesto della storia, i lettori potrebbero lottare per sospendere l'incredulità. Ad esempio, se un romanzo ambientato in un mondo contemporaneo presenta una tecnologia incredibilmente avanzata senza spiegare come sia stata sviluppata o come funzioni, i lettori potrebbero trovare difficile credere alla plausibilità della narrazione.
Caratterizzazione poco realistica dei personaggi: Se i personaggi di un romanzo sono presentati in modo poco realistico o poco sviluppato, con comportamenti o motivazioni che sembrano arbitrari o poco convincenti, i lettori potrebbero lottare per sospendere l'incredulità. Ad esempio, se un personaggio cambia repentinamente le sue convinzioni fondamentali senza una motivazione adeguata o se agisce in modo incoerente rispetto alla sua caratterizzazione precedentemente stabilita, i lettori potrebbero trovare difficile credere alla credibilità dei personaggi e della storia nel suo complesso.
Philip dick e la realtà
Philip K. Dick, autore di fantascienza visionario e prolifico, era noto per le sue riflessioni filosofiche sulla natura della realtà. Una delle sue affermazioni più celebri riguardava la percezione della realtà e la sua natura soggettiva.
Dick suggeriva che la realtà potesse essere soggettiva, instabile e talvolta manipolata. La sua famosa citazione, che riflette questa idea, è:
"La realtà è ciò che, quando smetti di crederci, non scompare."
Questa frase sottolinea l'idea che la realtà potrebbe essere più fluida e meno definita di quanto comunemente crediamo. Dick esplorava spesso temi come la percezione, l'identità, la paranoia e la manipolazione della realtà nelle sue opere, spingendo i lettori a interrogarsi sulle fondamenta stesse della loro comprensione del mondo che li circonda.
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