Un momento speciale in un romanzo: il CLIMAX


"L’incandescenza è il suo momento di grazia."

Il climax in un romanzo è il punto culminante della trama in cui si raggiunge la massima tensione e il conflitto principale tra i personaggi o le forze in gioco viene risolto in modo definitivo. È il momento di maggiore suspense e intensità, in cui le azioni dei personaggi raggiungono il loro apice e le conseguenze delle scelte fatte durante la storia diventano evidenti. Il climax può manifestarsi in diversi modi, a seconda del tipo di storia e del genere letterario. Ad esempio, potrebbe essere una grande battaglia in un romanzo d'avventura, una rivelazione scioccante in un giallo, o un momento di svolta emotiva in un romanzo romantico. Indipendentemente dalla forma che assume, il climax è essenziale per mantenere l'interesse del lettore e per dare un senso di soddisfazione alla conclusione della storia. Dopo il climax, la tensione comincia a diminuire, conducendo verso la risoluzione dei conflitti principali e all'epilogo, che conclude la storia e risponde alle domande rimaste in sospeso. 

Perché a volte non funziona?


Ci possono essere diverse ragioni per cui il climax in un romanzo potrebbe non funzionare come previsto:

Mancanza di coerenza nella trama: Se il climax non è ben collegato agli eventi precedenti della storia o se non si sviluppa in modo naturale dal conflitto principale, potrebbe sembrare forzato o poco convincente.

Insufficiente costruzione della tensione: Se la tensione non è stata adeguatamente costruita durante la narrazione, il climax potrebbe sembrare piatto o privo di impatto emotivo. È importante creare una graduale crescita della tensione per far sì che il climax abbia un effetto significativo sul lettore.

Personaggi poco sviluppati: Se i personaggi non sono ben sviluppati o se il loro sviluppo non è stato sufficiente durante la storia, il climax potrebbe risultare poco coinvolgente perché il lettore potrebbe non sentirsi emotivamente investito nei loro destini.

Manca di originalità: Se il climax è prevedibile o segue troppe convenzioni del genere in modo troppo rigido, potrebbe mancare di impatto. Un climax che offre una nuova prospettiva o una svolta inaspettata è spesso più coinvolgente per il lettore.

Risoluzione insoddisfacente: Se il climax risolve il conflitto principale in modo troppo semplice o poco convincente, potrebbe lasciare il lettore insoddisfatto. È importante che la risoluzione sia in linea con lo sviluppo della trama e dei personaggi.

Per garantire che il climax funzioni efficacemente, gli scrittori devono concentrarsi sulla costruzione di una trama ben strutturata, sulla creazione di personaggi credibili e sulla gestione efficace della tensione narrativa durante tutto il corso della storia.

Si possono coniugare climax e espressività in un romanzo?

Assolutamente sì! Il climax di un romanzo è spesso il momento in cui l'espressività può brillare maggiormente. Un climax ben eseguito può essere incredibilmente espressivo, poiché è il culmine di tensioni, emozioni e conflitti che si sono accumulati durante l'intera narrazione.

Ecco alcuni modi in cui il climax può essere espressivo in un romanzo:

Descrizione emotiva: Durante il climax, gli autori hanno l'opportunità di esprimere pienamente le emozioni dei personaggi. Questo può essere fatto attraverso una scrittura vivida che cattura la gamma completa di sentimenti che i personaggi provano in quel momento cruciale.

Simbolismo e metafore: Il climax può essere arricchito dall'uso di simboli e metafore che aggiungono profondità e significato alla narrazione. Questi elementi possono contribuire a enfatizzare le tematiche del romanzo e a dare al climax un'aura più simbolica e significativa.

Stile linguistico: Gli scrittori possono sfruttare il climax per esplorare e sperimentare con diversi stili linguistici. L'uso di linguaggio figurato, ritmo, suono e struttura delle frasi può contribuire a creare un'esperienza di lettura più espressiva e coinvolgente.

Punti di vista multipli: Durante il climax, l'uso di punti di vista multipli può arricchire l'espressività della narrazione, consentendo al lettore di vedere gli eventi da diverse prospettive e di comprendere appieno le emozioni e le motivazioni dei vari personaggi coinvolti.

In sostanza, il climax di un romanzo è il momento in cui l'espressività può brillare attraverso la scrittura creativa e l'abilità dell'autore nel trasmettere emozioni, tensioni e significati profondi. Quando ben eseguito, il climax può essere uno dei momenti più memorabili e coinvolgenti di un romanzo.

Un climax poetico e... non funzionante

Luigi Baldacci, critico militante, a proposito de Il porto di Toledo, Annamaria Ortese

("Il Giornale d’Italia", 11 luglio 1975)



Dubito che si possano scrivere oggi romanzi di cinquecento pagine, come quello, Il porto di Toledo, che ha scritto Anna Maria Ortese: per l’esattezza cinquecentoquindici. Ne dubito per principio, poiché il registro della narrativa moderna che, per forza di cose e storia, si appoggia più sul difficile che sul facile, sul negativo che sul positivo, sul non godibile che sul fruibile, non consente di premere troppo a lungo questi pedali. Quando si smontano i tempi narrativi della tradizione (e tutta l’arte moderna è una grande operazione di smontaggio) non si possono impiegare le stesse misure che erano già servite al montaggio e alla costruzione. La distruzione impone tempi veloci. Ci sono state, è vero, monumentali distruzioni al rallentatore, ma restano casi isolati; sono i classici della negatività novecentesca, e il fatto è che noi ci siamo lasciati alle spalle anche questo classicismo negativo. Ragion per cui va bene un Ulisse, va bene una Morte di Virgilio; va molto meno beno bene un Horcynus Orca.


Anche Il porto di Toledo potrà essere considerato «il romanzo del secolo» tanto ormai siamo abituati a vederne uscire uno ogni sei mesi. Con la differenza che il «Romanzo del secolo» che era La storia di Elsa Morante, seppure svariava continuamente nel poetico, aveva una sua tenuta narrativa; era anzi un deliberato ritorno al registro della costruzione e della classicità; quelle pagine saranno state magari troppe, ma si giustificavano in qualche modo nelle strutture. L’Ortese invece punta tutto sull’«espressività» (la parola è sua), e in questo somiglia all’altro «romanziere del secolo», il D’Arrigo. Non si concede soste né distrazioni, non si contenta del poetico, ma vuole mantenersi sempre alle altezze della poesia assoluta. E la narrativa invece vive, finché è vissuta di stati tiepidi; l’incandescenza è il suo momento di grazia, non può essere la sua regola biologica.

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