"(…)è come una barca che va alla deriva."
Siamo felici di condividere con voi un incontro prezioso con Anna Cuccuru, autrice della silloge poetica Cuori sottosopra. I suoi versi ci parlano con una voce autentica e schietta, capace di esplorare le pieghe più intime dell’animo umano, ma anche di aprirsi al mondo che ci circonda.
In questa approfondita e appassionata intervista abbiamo voluto indagare con lei la forza che attraversa la sua scrittura: una poesia che emoziona, che scuote, e che affonda le radici nell’attualità, raccontando con sensibilità fatti di cronaca, eventi internazionali e tensioni contemporanee. Perché la poesia, quando è vera, sa anche farsi testimonianza del tempo che viviamo.Come nasce Cuori sottosopra e quale urgenza o ispirazione ha dato avvio alla scrittura di questa raccolta?
Cuori Sottosopra è un titolo non scelto a caso. Il libro nasce in parte da esigenze e in parte da problemi sociali e condivisi di amici, conoscenti stranieri, difficoltà e lamentele affrontate affinché il pubblico meno esperto delle varie tematiche in questione possa vedere l’altra parte della medaglia, evitando possibilmente di evitare il ragionamento per stereotipi.
Dopo aver pubblicato in Amazon la mia silloge poetica trilingue delle mie poesie ("E sono solo frammenti", n.d.r) mi sono resa conto che ogni poesia era autoconclusiva, ma la sensazione e le emozioni erano preponderanti ai temi sociali; sono poesie in maggioranza inerenti ai sentimenti e molti sentimenti sono tristi anche se alcuni avevano come tematica l’amore e solo quattro temi sociali su cui riflettere.
Ho pensato quindi che un lettore nel leggere un libro di poesia di una silloge poetica in italiano del libro pubblicato con Chiocciola Edizioni dovesse notare la profonda differenza tra i due. Mentre le poesie del libro di Chiocciola affrontano problemi tangibili, il lettore dovrebbe avere anche sensazioni positive, non solo pensare e riflettere su casi internazionali. Per questo ho utilizzato anche poesie a sfondo ironico, poesie sull’ambiente, sugli animali e sulla natura. Questo manca nel mio primo libro che si ispira più a una forma poetica inerente ai sentimenti con versi non in rima, contrariamente al libro di Chiocciola che ha maggiormente rime alternate.
Ti senti sempre impaurito e demotivato a tornare,
se non per un etereo istante,
utile solo a raccontare
a qualcun altro i successi nella nuova capitale
a lamentarti della mancanza di sostegno esterno,
che ti obbliga a rappresentare
quanto per te conti la tua felicità
rispetto ad ingoiare gioie amare.
La tua poesia attraversa confini geografici e culturali: quanto contano le tue esperienze personali o professionali nel plasmare questi versi?
Nella vita sono stata e sono una mediatrice culturale dal vivo e al telefono. Ho inoltre svolto per oltre dieci anni couchsurfing e un paio di anni Bewelcome, ho vissuto in altri paesi per master, studio, tirocini vedendo entrambe le facce della medaglia: non tutti come me crescono con amici stranieri che ti mostrano quanto una nuova cultura ti possa regalare e insegnare, e quanto sia importante parlare altre lingue. Purtroppo, l’italiano medio che ragiona per stereotipi ancora esiste e magari si ferma a esperienze superficiali come i ristoranti: negli esempi di poesia ci sono alcune situazioni come queste e altre situazioni parlano di tradizione. Sempre pensando a un italiano medio giudicante, che usa anche i social senza pensare alle conseguenze di certi commenti, ci sono alcune poesie ispirate a social network, truffe e problemi pratici e alcune che cercano di far vedere altri problemi più pratici in un paese che troppo poco a volte parla di migranti e di sbarchi e non sempre nel modo giusto. Questo libro spera di sensibilizzare anche gli utenti meno esperti e incuriosirli sulle varie tematiche. Per le poesie ispirate ai casi di cronaca internazionale circa alcuni paesi del Sudamerica, mi sono basata su fatti di cronaca apparsi su giornali non solo scritti in italiano. Per poesie inerenti a spaccio, occupazioni di case, homeless, mi sono ispirata in parte alle problematiche dei quartieri popolari di Roma sulla linea C in cui ho abitato e in cui ho anche lavorato come mediatrice.
Ma altre problematiche circa l’integrazione degli studenti stranieri e la burocrazia infinita che hanno coinvolto persone che conosco e che non capivano la necessità di essere continuamente rimpallati dai vari uffici o di pagare cose che per noi sono scontate: se pensiamo a italiani che non si sono mai mossi dall’Italia ma non è detto che lo siano anche per altri paesi.
3 Molte poesie parlano di integrazione, identità e migrazione. Cosa vorresti che il lettore italiano comprendesse meglio su questi temi?
Se per italiano parliamo di italiano di seconda e terza generazione o se parliamo di un italiano da varie generazioni - diciamo un italiano senza genitori o nonni stranieri - vediamo già punti di vista differenti, e spero che i meno esperti "usino" le mie poesie come riflessione o dibattito. Se parliamo di un italiano di seconda generazione o di terza le mie poesie possono essere usate come confronto.
Nel libro ci sono riferimenti a esperienze di mediazione culturale, sanità, e burocrazia. Quanto è importante, secondo te, raccontare anche il “dietro le quinte” dell’assistenza e dell’accoglienza?
La parola accoglienza e la parola integrazione, in contesti meno specifici sono usate spesso a sproposito. Per accoglienza si pensa solitamente ai centri di prima e seconda accoglienza, poco si parla di centri per il rimpatrio o di come ci si finisce, ma viene data una accortezza meno specifica a studenti stranieri che arrivano nel nostro paese e in mancanza di uffici che li seguano cercano piattaforme per viaggiatori internazionali nella speranza di trovare qualcuno che li aiuti o li affianchi nel compilare una domanda o di farselo amico per farsi accompagnare a un caf o per contattare le residenze universitarie. E’ difficile vedere che una vera assistenza implichi chiamate, un linguaggio specifico e una prontezza in problematiche gravi come il salvataggio di migranti nelle zone di confine montuoso o nel mare - e quali sono le difficoltà affrontate dall’interprete, e non mi riferisco alla difficoltà di traduzione e alla difficoltà linguistica: dalla linea disturbata, alla difficoltà dei migranti di comunicare l’esatta posizione con delle coordinate sono solo un esempio di problemi che ritarda anche, in alcuni casi, l’arrivo della guardia costiera ai kilometri consentiti vicino alla costa per il recupero dell’imbarcazione, che non in tutti i casi è in buono stato.
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Anna Cuccuru con la sua silloge di esordio, "E sono solo frammenti" |
Alcuni componimenti sono quasi cronaca poetica di episodi internazionali. Pensi che la poesia abbia un ruolo nel documentare la storia e l’attualità?
Penso che avvicinare i lettori e gli amanti della poesia a interessi di attualità e casi internazionali sia molto importante, perché contribuisce alla diffusione dell’informazione e dell’interesse sul caso. Parlare di casi storici, casi di violenza, casi di mafie estere e dei risvolti sulla realtà attuale sia molto importante perché contribuisce ad accrescerne l’interesse. La poesia può essere un assaggio, lascia al lettore la scelta se approfondire la tematica su casi specifici e come usare le informazioni pervenute e verificarle. Parlare di diritti umani e di violazione di diritti umani nella poesia apre la porta a nuove strade e a nuovi canali per la diffusione dell’informazione.
Il vantaggio dei testi poetici è di essere corti, densi e carichi di emozioni, di linguaggio figurato ma altrettanto reali, e gioca un ruolo fondamentale per comunicare anche ai lettori, quelli meno informati sulle tematiche di attualità o di storia, quanto importante sia stato in passato per le generazioni che hanno vissuto tali realtà e quali sono i risvolti sulla generazione successiva e su quella attuale.
Nel titolo e nei testi si avverte un continuo ribaltamento di prospettive. Cosa significa per te avere il "cuore sottosopra"?
Il cuore sottosopra è quel genere di situazione vissuta da chi non ha spesso modo di raccontare la gravità della situazione a qualcuno che può capirlo o ascoltarlo, e che non si interessa della realtà vissuta da qualcun altro. È uno stato emozionale complicato che necessita di moltissima comprensione: quando un libro ne parla in forma poetica lascia al lettore la decisione se approfondire la tematica con la lettura specifica sul tema o con azioni pratiche che possono anche sfociare nel volontariato o nel lavorare attivamente con cooperative sociali, associazioni, organizzazioni non governative.
Nel tuo stile convivono l’ironia, la rabbia, la dolcezza, l’indignazione. Come lavori sulla voce poetica? Ti lasci guidare dall’emozione, dall’attivismo o dall’ascolto?
Fa parte di me e del lavoro che faccio pensare all’altro prima che a me stessa in genere nella vita; quando si compone un libro e lo si rilegge, si pensa a che genere di destinazione potrebbe avere e a come si potrebbe sentire il lettore nel leggerlo.
Un libro con poesie molto tristi lascia il lettore troppo scoraggiato, mentre un libro che cerca di calibrare i vari stati d’animo e le emozioni, cerca di coinvolgere il lettore, cerca di sorprenderlo, stupirlo, indignarlo e motivarlo all’ascolto e arrivare alla fine senza correre il rischio di annoiarlo.
Questa è la mia speranza affinché venga apprezzato l’impegno da parte di chi lo leggerà. Personalmente ho anche il vantaggio di avere in molti casi la scrittura automatica: spesso mi capita di appoggiare la mano sul foglio e di scrivere e rileggere le poesie dopo qualche giorno o qualche mese. Ma certe poesie che ho scritto per questo libro hanno necessitato di lettura di giornali, stampa e quando escono notizie di un certo tipo non sempre hanno approfondimenti sufficienti nella stampa italiana. Spesso se ne parla solo in riviste di settore.
Molte poesie sembrano pensate per aprire un dialogo. Ti immagini la tua raccolta come uno strumento anche per incontri pubblici o scolastici?
Le poesie non hanno età generalmente, possono coinvolgere un pubblico più o meno informato, incuriosirlo già dalla scuola o dall’università o con eventi in centri sociali, associazioni o fiere del libro. Mi piacerebbe se venisse usato nel modo giusto dal punto di vista educativo o come dibattito o anche solo se venisse recitato in qualche spettacolo e il pubblico uscisse dal teatro o dalla sala più consapevole. Se uno spettacolo aprisse con una mia poesia ne sarei felice, a maggior ragione se poi proseguisse con un monologo sul tema. È importante coinvolgere le persone sin dall’età in cui sono in grado di capire il problema o tentare di sensibilizzarle. Non penso che sia un libro solo per persone adulte, anche gli adolescenti o la fascia fra 18 - 25 anni potrebbe trovarlo interessante, soprattutto con la guida di un insegnante, di un formatore, di un operatore sociale o di una persona competente sulla materia trattata.
Ci sono versi che parlano apertamente di disabilità, salute mentale, stalking e violenza domestica. Hai mai avuto timore nel portare questi temi sulla pagina?
Mi capitò di vendere alcune precedenti copie delle mie poesie della mia silloge poetica pubblicata in self publishing a love coach e psicologhe, sebbene fosse una silloge improntata più sui sentimenti, sulle emozioni ma con diverse poesie che avevano la donna come punto focale.
In realtà la salute mentale, il benessere delle persone, lo stalking, la violenza domestica sono punti che possono essere vissuti da tutti, uomini, donne, stranieri e non; una mia poesia capitasse in mano a una vittima o a un carnefice potrebbe mettere il lettore in grado di riflettere sulla propria situazione e cercare di modificarla o cercare chi può aiutare a farlo. Ci vuole, ovviamente, molta umanità, ed essere predisposti all’empatia; non tutti lo sono, specie chi si trova coinvolto in relazioni tossiche. Non tutti gli individui inoltre sono predisposti all’ascolto e alla gestione della rabbia o si rendono conto di avere un problema, oppure se ne rendono conto e non trovano chi li aiuta e finiscono per non vedere una soluzione al problema.
Vorrei aggiungere che ho dedicato anche una poesia alla tematica dell’epilessia che è una malattia, purtroppo, che conosco fin troppo bene e che di per sé mette molti ostacoli nella vita, e se ne parla molto poco in forma poetica. Anche i problemi neurologici dovrebbero avere uno spazio sulle pagine della poesia, così come dovrebbero averlo i risvolti della violenza domestica, lo stalking, la salute mentale. Non si può considerare l’epilessia una disabilità, ma purtroppo dipende anche dall’alto livello di epilessia vissuta, non sempre in ambito lavorativo o scolastico se ne parla, così come non si parla delle limitazioni che le persone che ne soffrono sono costretti ad avere.
Se dovessi scegliere una sola poesia da leggere a chi non ti conosce ancora, quale sceglieresti e perché?
Sinceramente non saprei quale scegliere e quale consigliare, preferisco che chi legge il libro mi suggerisca la risposta e il suo punto di vista. Lettori interessati, lettori di poesia, bookblogger e appassionati possono sicuramente avere una opinione migliore della mia. Io come autrice trovo che tutte le poesie siano importanti e vanno scelte anche in funzione dell’evento a cui si partecipa quindi a mente fredda senza un contesto non saprei fare una scelta.
Cosa speri che rimanga nel lettore dopo aver letto Cuori sottosopra?
Spero che il lettore finisca il libro e, ripensando a quanto letto, si senta coinvolto, si senta interessato e decida in che maniera usare il mio libro per farlo finire nelle mani giuste, davanti al giusto pubblico o che lo passi di mano in mano senza farlo impolverare sullo scaffale.
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