Sopra il mondo di Melissa Neri: quando l’amore è anche dolore


"Lo capii solo in quel momento."

 C’è qualcosa di disarmante in Sopra il mondo.

Non solo nella storia che racconta, ma nel modo in cui lo fa: con quella scrittura che sembra tremare, che si muove tra rabbia e bisogno, tra poesia e respiro corto.

Leyla e Sebastian sono due anime che si cercano, si trovano e poi si fanno male, nel tentativo di salvarsi. Non sono eroi né vittime. Sono umani. Profondamente umani.
Lei, madre imperfetta, figlia interrotta, donna spezzata.
Lui, uomo in fuga da sé stesso, dalla colpa, da un’idea di amore che forse non ha mai imparato.




Il romanzo di Melissa Neri non costruisce una trama tradizionale, ma un flusso di coscienza emotivo. Una voce che si affaccia sul bordo delle cose e non scivola mai nella semplificazione.
I dialoghi sono scarti di quotidiano, le scene sembrano passare attraverso un filtro sporco, quello delle relazioni vere, dove l’intimità convive con la distanza, il desiderio con la paura, la cura con la dipendenza.

Ciò che colpisce è il coraggio di mostrare il lato sporco dell’amore: quello che fa inciampare, che chiede troppo, che non sa bastarsi ma continua a chiedere.
Eppure, tra le righe, Sopra il mondo non è mai disperato.
C’è sempre una luce, tenue, disillusa, ma presente.
Un affetto che nonostante tutto resta. Un legame che si trasforma, che cambia forma, ma che non si cancella.

La scrittrice, MELISSA NERI


È un libro che non vuole piacere a tutti.
Ma chi si ritroverà in quelle crepe, chi riconoscerà qualcosa di sé nei silenzi di Leyla o nella rabbia di Sebastian, sentirà questo romanzo come una confessione: forse scomoda, ma sincera.

Commenti